Gustavo Rol, l’occultista che stregò i grandi della cultura e della politica
Gustavo Rol: una vita, un mistero…

Gustavo Rol
Non pochi torinesi e italiani ogni 22 settembre dedicano un ricordo a Gustavo Rol e al mistero della sua vita lunga quasi un secolo, dalla nascita nel 1903 fino al settembre 1994 in cui si disincarnò. Mistero fu infatti la vita terrena di Rol. mistero piemontese, italiano, d’Occidente.
Prima di tutto, come chiamarlo? Esoterista? Occultista? Sensitivo? Veggente? Mago? Parole tutte ambigue, che non rendono giustizia a un mistero così vasto e documentato.
Se dobbiamo fidarci delle non scarse testimonianze, alcune con aura di leggenda, Gustavo Rol era quello che i ragazzini chiamerebbero un supereroe, un personaggio da film di fantascienza, ribelle alle più rigide leggi, quelle della natura.
Quasi tutti a Torino conoscono qualcuno che conosce qualcun altro che ha conosciuto Gustavo Rol e raccontava di quella volta che…
… agiva sulla materia, scomponendola e ricomponendola;
… leggeva nel pensiero;
… vedeva l‘aura delle persone;
… diagnosticava e curava malanni fisici e psichici.
Un taumaturgo che mai chiedeva compenso, che si dilettava con esperimenti di telecinesi e scorrazzava nel passato e nel futuro.
Il pittore iniziato dai Rosacroce?
A sentir lui, comunque, era semplicemente un pittore. Dipingeva splendidi mazzi di rose e suggestivi paesaggi che talvolta si animavano sotto gli occhi stupiti di amici e conoscenti, Federico Fellini compreso. Opere pregevolissime, dipinte talvolta dai soli pennelli levitanti nell’aria, senza che la mano di Rol li impugnasse.
Inoltre, il piemontese più misterioso del secolo scorso non trascurava la poesia e scriveva versi che non sfigurano affatto nella grande tradizione lirica italiana. Più un artista che un mago, dunque. Forse un vero mago, se l’arte è la forma più riconosciuta di magia, l’alchimia più preziosa per la salute dello spirito umano.
Firmava i suoi quadri con una grande R accoppiata ad una croce. Qualcuno ci vede un richiamo ai Rosacroce. E nella migliore tradizione rosicruciana, non manca il misterioso iniziatore, nel caso del giovane Rol un monaco polacco in quel di Marsiglia.
Considerava Rudolf Steiner «forse il primo uomo che sia riuscito a farsi libero», ma diceva la sua Antroposofia appena «uno spiraglio» di quel mondo di rivelazioni destinato all’uomo.
Non gli mancarono però frequentazioni cattoliche, a tutti raccomanda le preghiere e le virtù cristiane. Non supereroe si diceva ma “grondaia” che dirige la Grazia dal cielo.
I potenti della Terra a casa di Gustavo Rol…
Casa Rol, in via Silvio Pellico 31, a due passi dal Parco del Valentino e dal Po, era molto frequentata. C’era bisogno di Rol.
I potenti della Terra vi si recavano per tentare di chiarirsi le idee. Il primo di questi, che convocò il giovane piemontese già famoso per i superpoteri, fu il Mussolini degli ultimi giorni. Rol pretese dal Duce in persona la rassicurazione di non subire rappresaglie per le brutte notizie dal futuro… e poi profetizzò lo scenario di piazzale Loreto.
Come da parola, ne uscì illeso e diede inizio alla sua carriera di pittore e benefattore, artista che, appunto, attirava altri artisti.

Dino Buzzati
In via Silvio Pellico passò Dino Buzzati, uomo non credente ma sempre attratto dai misteri e dal sacro. Incontrò Rol per la prima volta nel 1965, molto scettico sui suoi poteri. Dovette ricredersi quando il mago piemontese, solo osservandolo, gli fece panoramica completa del suo stato di salute. Ammise Buzzati che «qualcosa di benefico» si irraggiava da quel volto da «guru indiano». E poi fece gli esami medici consigliati che gli allungarono la vita.
Grande amico di Rol, oltre che suo strenuo difensore contro gli scettici per partito preso, fu Alberto Bevilacqua; i suoi romanzi più esoterici, composti negli anni ’90, debbono molto alla sua frequentazione.
Un rapporto ancora più stretto fu quello con l’altro grande compianto piemontese, Guido Ceronetti, da lui considerato “un titano della letteratura”. Rol era solito leggere e commentare brani del poeta e saggista in compagnia degli amici. Ceronetti invece inserì fra i personaggi di un suo spettacolo di marionette proprio “il mago Rol” con tanto di mantello e cappello a punta.

Guido Ceronetti
Non solo uomini di lettere capitavano fra quelle mura che il padrone di casa attraversava senza particolari problemi. Vi si aggirava una buona fetta di cinema italiano:Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Adriana Asti, Valentina Cortese e Franco Zeffirelli.
E poi Fellini. Scrisse che gli occhi di Rol «non si possono guardare a lungo… sono gli occhi di una creatura che viene da un altro pianeta, gli occhi di un personaggio di un bel film di fantascienza». Conscio del tormento interiore del supereroe di via Silvio Pellico, aggiunse: «la tempestosa notte magnetica che lo invade scontornandolo e cancellando le delimitazioni della sua personalità, ha qualcosa di patetico e di eroico». Insieme avevano anche progettato un film, ma la morte di entrambi a pochi mesi di distanza una dall’altra, lasciò quell’opera nel mondo dell’antimateria.
Oltre la scienza…
Insomma, un personaggio di un bel film di fantascienza, che pare uscito da un romanzo di Philip K. Dick ambientato in una Torino all’apice e poi nel tramonto della sua industrializzazione. Le tempestosa notte magnetica faceva sì che gli artisti si fidassero del mago Rol, del collega artista dello spirito.
Fu qualche scienziato a mettere in dubbio le sue facoltà. Non lo fecero invece alcuni chirurghi che spesso lo volevano accanto nelle operazioni più impegnative. Lui poi era tutt’altro che ostile alla scienza. Nel 1978 disse a Roberto Gervaso: « È difficile stabilire i limiti della mia conoscenza, ma sono certo che la scienza vi perverrà e li supererà».
Parola di supereroe.
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Autore: One Books
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